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Xu-Guodong-foto-2014Vent’anni di collaborazione con i romanisti italiani (1994-2014)*

 

Xu Guodong

Università di Xiamen

 

 

Oggi è il 27 ottobre del 2014, tra un mese e due giorni sarà il 29 novembre, data in cui io arrivai per la prima volta in Italia, 20 anni fa. Dopo 16 ore in volo (via Sharja), atterrai a Roma, a mezzanotte, e con le lire cambiate da 100 dollari americani all’aeroporto e uno stato d’animo misto ad attesa ed inquietudine, presi un taxi per andare al centro, per raggiungere la casa di uno studioso cinese, situata vicina alla Piazza dei consoli, dove soggiornai. Così, nell’atmosfera della vigilia di Natale, cominciò il mio primo soggiorno in Italia, che durò due anni, fino alla mia partenza in un giorno del gennaio del 1997.

Studiavo l’inglese sin dalla mia ammissione all’università, nel 1978, come la maggior parte degli studiosi cinesi, i quali sono soliti fare ricerca post-laurea negli Stati Uniti o in altri paesi in cui si parla la lingua inglese, pertanto la prima questione affrontata da me, arrivato in Italia, fu capire se valesse la pena studiare in questo paese; ad oggi la mia risposta a tale quesito è estremamente positiva: vale la pena moltissimo!

Durante questi venti anni, sono stato in Italia per dodici volte, sia per motivi di studio e ricerca, sia per la partecipazione a convegni, in particolare, per cinque volte in qualità di professore visitatore, in quattro occasioni presso l’Università di Tor Vergata (1994, 1998, 2010, 2014) e una presso l’Università di Milano (2013). Tutti questi soggiorni mi hanno permesso di arricchirmi dell’essenza della cultura giuridica del paese e di diventare un vero e proprio “parente” dell’Italia. Ho avuto, inoltre, la possibilità di visitare quasi tutte le città importanti (eccetto Torino), e, di conseguenza, l’Italia è divenuta la mia seconda patria. Per tale ragione, il responsabile del Dipartimento delle Ricerche delle scienze sociali dell’Università di Xiamen, mi ha spesso detto che l’Italia era per me come il mio paese natale.

E così come la visita tra i parenti è e dovrebbe essere reciproca, in questi 20 anni ho accolto, per ventun volte, molti studiosi italiani, sia a Wuhan che a Xiamen, organizzando per loro delle conferenze affinché potessero portare in Cina le preziose ricchezze del diritto romano. E poiché diventa “parente” anche il congiunto di un familiare, ho accolto, per quattordici volte, anche gli studiosi dei paesi della famiglia giuridica latina (provenienti dal Perù, dall’Argentina, dalla Romania, dalla Polonia, dalla Russia, etc.) e, di conseguenza, anche io sono stato in questi paesi per diverse volte, sempre per ragioni legate al diritto romano.

Per promuovere la diffusione della cultura italiana in Cina, ho promosso, presso l’Università di Xiamen, l’insegnamento della lingua italiana (a volte anche di quella latina), dal 2002 sino ad oggi. Ho anche fatto in modo che l’italiano diventasse una delle lingue straniere per l’esame di ammissione al Dottorato di ricerca nella stessa Università, che ha, tra l’altro, accolto sette lettori della lingua italiana.

Ho mandato dodici studenti in Italia ed in altri paesi della famiglia giuridica latina per studiare, ho fondato la rivista Diritto Romano e Diritto Civile Moderno (di cui sta per uscire l’ottavo volume), ho dato vita al Centro di Ricerca sui codici civili e commerciali dei paesi stranieri a Wuhan (attualmente attivo) e al Centro di diritto romano a Xiamen. Sono il fondatore di un sito Forum di diritto romano (www.romanlaw.cn) ed ho organizzato la collana di traduzione dei codici civili dei paesi stranieri, all’interno della quale, fino ad ora abbiamo tradotto e pubblicato tredici codici civili (del Cile, del Brasile, dell’Etiopia, dell’Algeria, dell’Egitto, della Mongolia, del Vietnam, delle Filippine, del Québec, dello stato della Louisiana, dello stato di New York, della Repubblica di Malta e del Turkmenistan). Di recente ho curato e pubblicato una raccolta delle relazioni fatte in Cina da parte del Prof. Aldo Petrucci, ho organizzato “Il primo convegno internazionale sull’unificazione delle traduzioni del lessico giuridico latino” (2008) e il “Convegno Sino-Polacco su Diritto romano privato e diritto romano pubblico: teoria e pratica2010), nonché una summer school di diritto pubblico romano (2014).

In questi 20 anni ho tradotto e pubblicato le Istituzioni di Giustiniano (1 ed. 1999, 2 ed. 2005, Casa editrice CUPL), il Corpo del Diritto Civile: Selezione Testi, Negozio Giuridico (1998, Casa editrice CUPL), il Corpo del Diritto Civile: Selezione Testi, Obbligazioni ex delicto (II) e Crimini (1998, Casa editrice CUPL), e grazie a questi lavori ho sviluppato un rapporto molto profondo con le fonti del diritto romano.

Inoltre, ho pubblicato i seguenti libri di diritto romano: Trattato Elementare del Diritto Romano Privato – testi e analisi (Casa editrice Scienze, 2007), Diritto Romano e l’Ideologia moderna (Casa editrice dell’Università di Pechino, 2011, lavoro che ha ottenuto il primo premio dal governo della Provincia di Fujian tra gli otto concorrenti in scienze sociali), Commentarius ad Institutiones Iustiniani (Casa editrice dell’Università di Pechino, 2011), Explicatio Principiorum Iuris Civilis. Expositio Historiae, Usus et Philosophiae Legis Principii Bonae Fidei (Casa editrice dell’Università di Pechino, 2012), Trattato Elementare del Diritto Romano Pubblico (Casa editrice dell’Università di Pechino, 2014). Infine, il mio manoscritto (di 233 pagine) dal titolo De Topicis Ciceronis, già completato, contenente gli studi del Prof. Aldo Petrucci e del Dott. Giuseppe Terracina, sta per essere pubblicato da parte della Casa editrice dell’Università di Pechino. Il mio soggiorno attuale, oltre a darmi un’ottima occasione per approfondire ulteriormente questo lavoro, mi consente di consultare il Prof. O. Diliberto, del quale ho approfittato molto, per la conclusione della stesura del mio manoscritto Ricerca sulla Legge di Dodici Tavole (di 132 pagine).

In questi vent’anni sono riuscito a vincere tre progetti di ricerca relativi a temi di diritto romano. Il primo è stato il progetto dal titolo Trattato Elementare del Diritto Pubblico Romano, elencato fra i risultati scientifici della National Achievements Library of Philosophy and Social Science del 2013, con il relativo finanziamento dall’Ufficio nazionale per la pianificazione e lo sviluppo della disciplina della filosofia e delle altre discipline afferenti alle scienze sociali. Vincere con questo tipo di progetto è molto difficile, infatti sono il primo professore dell’Università di Xiamen ad averlo vinto. Il secondo e terzo sono, rispettivamente, il progetto sul De Topicis Ciceronis e sulla Ricerca sulla Legge di Dodici Tavole, sovvenzionati dal Ministro dell’Istruzione della Cina per il finanziamento della pubblicazione dei manoscritti in via di completamento. Sarebbe stato per me difficile vincere e realizzare questi progetti senza il supporto delle risorse accademiche dell’Italia.

I suddetti risultati scientifici, insieme a quelli effettuati da altri studiosi grazie all’esperienza italiana (il cui numero fino ad oggi è sessantanove), costituiscono un’importante parte delle risorse accademiche della Cina attuale, soprattutto per quella della scuola latina che fa parte del circolo del diritto civile cinese. L’esistenza di tale scuola ha comportato un cambiamento fondamentale della struttura del mondo accademico cinese. Come è noto, fin dalla riforma avvenuta negli ultimi anni della Dinastia Qing al marzo del 1989 (quando si è stabilito un rapporto diplomatico sino-italico in senso giuridico), la Cina ha sempre preso come modello, per la modernizzazione giuridica, il diritto tedesco. Dal marzo del 1989, affianco alla scuola tedesca, è emersa la scuola latina, rendendo più ricca e pluralistica la scienza giuridica della Cina.

Questo suscita l’invidia degli studiosi di paesi o regioni che non hanno tale duplice esperienza, come per esempio Taiwan e il Giappone. L’Università delle Scienze Politiche di Taiwan mi ha invitato a partecipare ad un convegno, con una relazione intitolata Passato, Presente e futuro del Codice Civile Italiano del 1942, ma, poiché ero stato invitato precedentemente dall’Università di Jiang Jieshi, e non potevo partecipare a due convegni contemporaneamente, ho dovuto rinunciare all’invito. L’organizzatore ha manifestato il suo dispiacere per la mia mancata partecipazione, rammaricandosi del fatto che quello che avrei detto al Convegno si sarebbe rivelato utile per loro, poiché si sarebbe trattato di cose nuove. E questo è vero, se pensiamo che, sebbene Taiwan mantenga rapporti diplomatici con più di 20 paesi del mondo, la maggior parte dei quali di lingua spagnola, il suo mondo accademico non sa quasi nulla del diritto dei paesi di lingua spagnola. Quanto al Giappone, il Prof. Yazawa Hisazumi, della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Kitakyushu, vuole tradurre in giapponese il mio libro Explicatio Principiorum Iuris Civilis. Expositio Historiae, Usus et Philosophiae Legis Principii Bonae Fidei, e credo che il motivo di tale iniziativa si trovi nella diversità tra la mia interpretazione del principio di buona fede e l’interpretazione tedesca, comportando ciò qualcosa di nuovo per gli studiosi giapponesi.

Nel circolo giuridico cinese si è formato un quadro bipartito, da un lato la scuola tedesca, dall’altro quella latina, risulta così ragionevole la mia affermazione che il diritto continentale è stato recepito da parte della Cina per due volte. L’oggetto della prima recezione è stato l’ordinamento della famiglia giuridica tedesca e ciò si è realizzato in un contesto storico in cui la Cina subiva tanta pressione esterna. Mentre l’oggetto della seconda recezione è l’ordinamento della famiglia giuridica latina e il tutto è avvenuto all’interno di un clima pacifico e volontario. Le suddette due recezioni rendono più ricco il diritto cinese e a questo punto dovrà essere chiaro il perché ho affermato che vale la pena studiare in Italia!

Sono passati vent’anni, e fra dieci andrò in pensione, cosa devo fare in questi anni? Io intendo cambiare totalmente la fisionomia del diritto romano in Cina attraverso il mio lavoro. Si può dire che prima del 1989, la fisionomia del diritto romano in Cina era quella del diritto privato romano, ma, fin dall’inizio di quell’anno, la fisionomia del diritto romano si presentò in due facce: una del diritto privato, l’altra del diritto pubblico. La mia opera Trattato Elementare del Diritto Pubblico Romano è la prima monografia in tema di diritto pubblico romano nel mondo cinese. Il trattato è diviso in sei parti che riguardano il diritto costituzionale, il diritto amministrativo, il diritto tributario, il diritto penale, il diritto processuale e il diritto societario, ed è costituito dai miei diciannove articoli relativi al diritto pubblico romano. Questo libro è diverso dalle opere omonime realizzate dagli studiosi occidentali, che spesso trattano della storia costituzionale romana, la mia opera, invece, tratta della storia del diritto pubblico quotidiano, cioè relativo alla vita quotidiana dei romani. Con una ricerca di questo tipo, si può avere un inquadramento della vita dei romani.

Successivamente, vorrei aggiungere altre due facce per la fisionomia del diritto romano in Cina: la terza faccia è il diritto commerciale romano e la mia iniziativa in tale direzione nasce dalle ispirazioni provenienti dal manuale del Prof. Aldo Petrucci, dedicato al diritto commerciale romano. Infine, la quarta faccia che vorrei aggiungere è il diritto internazionale romano, questo potrebbe essere un compito arduo, perché anche in Italia si ha, a riguardo, poco materiale.

Comunque sia, a mio avviso, rendere la fisionomia del diritto romano più ricca agli occhi dei nostri connazionali e fare ricerca del diritto romano basandosi sulle fonti romane, invece che sulle interpretazioni fatte su di esse dai moderni, sarebbe la migliore offerta che noi cinesi possiamo fare, mettendo a frutto l’esperienza italiana.

Nel fare il bilancio dei meriti ottenuti, non si può non menzionare la formazione che ci hanno dato i maestri italiani ed il supporto finanziario dell’Italia. A nome di tutti gli studiosi cinesi che hanno studiato o studiano in Italia, vorrei ringraziare per tale formazione e per tali supporti finanziari.

 

Roma, 27 ottobre 2014.

 

 

 



 

* Xu Guodong è professore ordinario e direttore dell’Istituto di Ricerca di Diritto Romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Xiamen. Lo scritto in cinese del Prof. Xu Guodong è stato tradotto in italiano dai dottori Xu Tieying, Jiang Jiayi e Song Xiaoqing.

[La traduzione italiana è stata revisionata dalla dott.ssa Stefania Fusco (Università di Sassari), componente della segreteria di redazione di Diritto @ Storia]